Introduzione

Come difendersi da attacchi DDos e traffico dei Bot con una automazione

In 20 anni, Internet si è trasformata da luogo di scambio di informazioni a un cyberspazio pieno di pieghe nascoste, ecosistemi, microecosistemi e creature autonome che lo attraversano a caccia di dati.

Un esempio calzante sono i Bot: programmi strutturati per recuperare informazioni dal web. Parliamo di un fenomeno così diffuso che, secondo una ricerca di Encapsule, già dal 2016 i bot hanno generato più traffico degli stessi esseri umani.

Il tipo di bot più noto è quello dei motori di ricerca: da Google a tutti gli altri motori meno conosciuti, tutti usano dei bot, detti spider, per indicizzare il contenuto dei siti web. Accanto a questi ci sono dei bot che verificano la sicurezza di un sito, alla ricerca di vulnerabilità da sfruttare illegalmente.

Ma lo scenario è vasto, si incontrano bot specializzati in compiti che pochi conoscono. Innanzitutto, ci sono quelli che monitorano siti e-commerce per conto dei loro concorrenti. Sono molto diffusi e verificano continuamente l’andamento dei prezzi per permettere a chi li controlla di poter proporre offerte speciali, ribassi dei prezzi e, in generale, avere sempre un vantaggio sui competitors.

Sempre in ambito e-commerce, sono anche molto diffusi quei bot dedicati a comprare della merce a prezzi vantaggiosi. In pratica, un software tiene sotto controllo siti come Amazon, Yoox e simili per approfittare delle offerte speciali e acquistare i beni appena il prezzo crolla.
In alcuni casi, il programma è capace di rimettere subito in vendita su Ebay quanto acquistato in maniera automatica. La pratica è così diffusa che quest’anno è stata una vera e propria guerra tra bot durante Black Friday (che ormai dura settimane).

Tutti questi sono bot che mirano direttamente ad assicurare un vantaggio economico, ma i loro continui accessi pesano anche su altri aspetti. Il primo è quello del traffico.

Se dei bot iniziano a martellare un sito con milioni di richieste, tutto inizia a rallentare e l’esperienza d’uso per chi è in carne e ossa diventa di pessima qualità, oltre che aumentare il consumo dell’infrastruttura web e quindi i costi.
Poi ci sono tutte le implicazioni sulle statistiche del sito, che quindi non saranno più “fedeli” al reale andamento del traffico, generando quindi difficoltà e costi aggiuntivi nella promozione del business.

Altra problematica nota per i professionisti del Web è l’inverosimile aumento degli attacchi informatici, in particolare DDos. Il mondo del gaming e le piattaforme di e-commerce sono gli ambiti più colpiti dagli attacchi DDoS. Lo afferma una ricerca di OVH basata sull’analisi degli indirizzi IP più attaccati durante il 2017 e dei profili dei rispettivi utenti.

Una fotografia immediata delle principali tipologie di attacco nel mese di maggio 2018 è quanto offre l’Active Threat Level Analysis System (ATLAS) di Netscout Arbor: l’azienda raccoglie dati sul traffico anonimo da 400 service provider su scala globale, offrendo la possibilità di osservare circa un terzo dell’intero traffico Internet. Come si vede dalle infografiche sono 483.910 gli attacchi DDoS nel mese di maggio a livello globale, di cui 4.353 in Italia.

Anche per i nostri clienti abbiamo riscontrato problematiche di entrambe le tipologie. Motivo per il quale i nostri Cloud Solution Architect di VMEngine hanno elaborato un sistema complesso di automazioni, capaci di schermare i nostri Clienti da attacchi esterni e traffico sgradito.

La soluzione di partenza viene fornita da Amazon Web Services, soluzione che però risulta molto restrittiva e non consente il passaggio degli User-agent dei Bot fondamentali per l’indicizzazione e quindi per la SEO, finendo per bloccare anche i Bot di Google e degli altri motori di ricerca, ed inoltre non è plasmata sugli specifici CMS (WordPress, Magento, Prestashop, Ecc.), risultando quindi non perfettamente sicura.

La soluzione proposta da VMEngine mira a personalizzare quanto più possibile la soluzione sui bisogni specifici di ogni singolo progetto, associando regole specifiche che permettono il transito degli User Agent benevoli e considerando regole su misura dei principali CMS dei nostri Clienti, precisamente WordPress e Magento. Questa soluzione sfrutta AWS CloudFormation per configurare rapidamente e facilmente regole AWS WAF che aiutano a bloccare i seguenti attacchi comuni:

I servizi di AWS sono già nativamente predisposti alla mitigazione degli attacchi Ddos, ma è la loro combinazione che può rendere ogni infrastruttura web sicura, efficiente e con consumi (costi) contenuti. Nello specifico, i nostri Solutions Architect, hanno utilizzato i seguenti servizi di Amazon Web Services per realizzare le soluzioni Custom di cui sopra:

Come è possibile osservare dalla tabella, i costi di questa soluzione per la sicurezza sono esigui, enormemente inferiori ai vantaggi generati in termini di sicurezza, consumi e user experience.

Lo straordinario aumento degli attacchi Ddos e del traffico generato dai Bot, sta spingendo i CEO e i CTO di tutti gli E-commerce, di ogni dimensione, a prendere delle scelte capaci di salvaguardare il business da ogni minaccia esterna. Anche perché, considerando la tabella costi fornita, un traffico ad esempio di un milione di richieste non bloccati al principio, potrebbe generare un costo di consumo per l’infrastruttura anche 100 volte superiore al costo della nostra soluzione per la sicurezza.

Occorre dunque adeguare l’infrastruttura del proprio business online sia alle nuove esigenze del mercato, sia ai nuovi pericoli provenienti dalle rete. Anche chi ha messo in atto strategie di mitigation deve ricordarsi che non ha installato un apparato magico che fa mitigation per qualunque attacco. Gli attacchi evolvono e quindi devono evolvere anche le difese. Diventerà più complesso proteggersi dagli attacchi.

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